Un grande fuoco illuminerà la notte, le faville saliranno in cielo ricche di pronostici, accompagnate da canti popolari.
La sera del 5 Gennaio è la sera del Panevin. La leggenda veneta narra che sin dall’antichità le popolazioni locali accendono dei fuochi nella campagna alla vigilia dell’Epifania, rischiarando la notte e rendendo così più agevole il percorso dei Re Magi in viaggio verso la Santa Capanna di Gesù Bambino. In realtà il Panevin ha origini ancor più remote e si rifà a riti antichissimi, con il grande fuoco a simboleggiare la povertà che viene così bruciata e scongiurata. L’interpretazione delle faville che si alzano in cielo (o dritte, o a levante, o a ponente) pronostica l’anno appena iniziato: ricco o meno dei raccolti delle campagne.
Ricordiamo, con le immagini pubblicate su Facebook, questa alta fiaccola della tradizione che per anni ha rischiarato la notte del 5 Gennaio all’azienda Moletto accompagnata dal canto della tradizione:
Renga tenga bisatea,
che la biava vegna bea,
da lontan e da vixin
e pan e vin!