Terre vocate al vino e di millenaria tradizione enoica, quelle della azienda agricola Moletto: in Motta di Livenza e in Belfiore di Pramaggiore. Territori che, in primis per opera dei Paleoveneti (1200 a.C.), poi grazie all'avvento di Roma, e nel corso dei secoli della Serenissima, videro crescere e diffondersi la coltivazione della vite, patrimonio e vanto di questi luoghi.
La proprietà in Motta di Livenza, occupa una posizione eccellente, là dove un tempo si estendeva rigoglioso il Bosco del Moletto, bagnato dalle acque del fiume Livenza.
I terreni sono prevalentemente argilloso calcarei, con una minima presenza di humus, ‘ricordo’ della presenza del bosco. Alcune aree rivelano una componente sabbiosa dovuta alla vicinanza al fiume Livenza.
Questa variabilità di terreni, si evidenzia bene ad una ispezione aerea dell’area: porzioni di terreno di evidente colorazione chiara si intersecano con le aree più scure.
Lo studio e la analisi della natura dei terreni ci ha guidati nella scelta delle aree ottimali di destinazione di coltivazione delle singole varietà di vitigni.
Positiva inoltre la presenza della falda freatica ad una profondità di due metri, che permette di far fronte al bisogno di acqua da parte dei vigneti, anche in stagioni particolarmente siccitose.
I terreni in Motta di Livenza sono ad una altitudine di 9 m slm, ed in una posizione geografica particolarmente vantaggiosa: vicinanza al mare a sud est (Mare Adriatico) e ai monti a nord (Prealpi e Dolomiti).
Microclima particolare, caratterizzato, specie in estate, da escursioni termiche elevate.
È zona che trae giovamento dal caratteristico asciutto vento di Bora proveniente da est-nord-est e dal clima freddo alpino.
I terreni di proprietà in Belfiore sono argilloso calcarei, particolarmente tenaci, con importanti presenze di caranto.
Sono terreni questi, che limitano le produzioni di uve, a favore di vini caratterizzati da particolare corposità e struttura.
E pur essendo, questi terreni particolarmente pesanti, ad una altitudine di 7 m slm, la competizione tra le radici della vite e i colloidi dei terreni raggiunge, in stagioni particolarmente siccitose, i massimi livelli.
Breve la distanza dal Mare Adriatico, con clima mite ed eccezionalmente ventilato in concomitanza con i venti asciutti di Bora provenienti da est-nord-est.
La maturazione e la raccolta dei grappoli premia le fatiche di un anno intero e segna l’inizio di una nuova annata di sfide volte alla qualità e alla ricerca della perfezione. Le uve sono la “materia prima” del nostro lavoro: non bastano solo ottimi terreni e accorte tecniche di coltivazione, ma una dedizione costante e appassionata, un vero e proprio contatto “fisico” con le vigne, per scrutarne i segreti bisogni o coglierne i confortanti segnali di salute…
I nostri vigneti sono allevati a sylvoz e a cordone speronato, per produzioni limitate.
A fianco di potature rigorose, monitoriamo l’inerbimento spontaneo e pratichiamo sfogliamenti mirati in base all’annata.
Per una mirata scelta agronomico-enologica, dal 1995 abbiamo mappato i vigneti assegnando un numero identificativo ad ogni singolo filare, ai fini del controllo della qualità e della tracciabilità.
La densità d’impianto si attesta su 3000 piante ettaro per una precisa scelta determinata dalla natura dei terreni; per evitare cioè la competizione radicale tra le piante ed portarle a dare il giusto frutto senza forzature ed estremizzazioni.
La proprietà in Motta di Livenza, occupa una posizione eccellente, là dove un tempo si estendeva rigoglioso il Bosco del Moletto, bagnato dalle acque del fiume Livenza.
I terreni sono prevalentemente argilloso calcarei, con una minima presenza di humus, ‘ricordo’ della presenza del bosco. Alcune aree rivelano una componente sabbiosa dovuta alla vicinanza al fiume Livenza.
Questa variabilità di terreni, si evidenzia bene ad una ispezione aerea dell’area: porzioni di terreno di evidente colorazione chiara si intersecano con le aree più scure.
Lo studio e la analisi della natura dei terreni ci ha guidati nella scelta delle aree ottimali di destinazione di coltivazione delle singole varietà di vitigni.
Positiva inoltre la presenza della falda freatica ad una profondità di due metri, che permette di far fronte al bisogno di acqua da parte dei vigneti, anche in stagioni particolarmente siccitose.
I terreni in Motta di Livenza sono ad una altitudine di 9 m slm, ed in una posizione geografica particolarmente vantaggiosa: vicinanza al mare a sud est (Mare Adriatico) e ai monti a nord (Prealpi e Dolomiti).
Microclima particolare, caratterizzato, specie in estate, da escursioni termiche elevate.
È zona che trae giovamento dal caratteristico asciutto vento di Bora proveniente da est-nord-est e dal clima freddo alpino.
I terreni di proprietà in Belfiore sono argilloso calcarei, particolarmente tenaci, con importanti presenze di caranto.
Sono terreni questi, che limitano le produzioni di uve, a favore di vini caratterizzati da particolare corposità e struttura.
E pur essendo, questi terreni particolarmente pesanti, ad una altitudine di 7 m slm, la competizione tra le radici della vite e i colloidi dei terreni raggiunge, in stagioni particolarmente siccitose, i massimi livelli.
Breve la distanza dal Mare Adriatico, con clima mite ed eccezionalmente ventilato in concomitanza con i venti asciutti di Bora provenienti da est-nord-est.
La maturazione e la raccolta dei grappoli premia le fatiche di un anno intero e segna l’inizio di una nuova annata di sfide volte alla qualità e alla ricerca della perfezione. Le uve sono la “materia prima” del nostro lavoro: non bastano solo ottimi terreni e accorte tecniche di coltivazione, ma una dedizione costante e appassionata, un vero e proprio contatto “fisico” con le vigne, per scrutarne i segreti bisogni o coglierne i confortanti segnali di salute…
I nostri vigneti sono allevati a sylvoz e a cordone speronato, per produzioni limitate.
A fianco di potature rigorose, monitoriamo l’inerbimento spontaneo e pratichiamo sfogliamenti mirati in base all’annata.
Per una mirata scelta agronomico-enologica, dal 1995 abbiamo mappato i vigneti assegnando un numero identificativo ad ogni singolo filare, ai fini del controllo della qualità e della tracciabilità.
La densità d’impianto si attesta su 3000 piante ettaro per una precisa scelta determinata dalla natura dei terreni; per evitare cioè la competizione radicale tra le piante ed portarle a dare il giusto frutto senza forzature ed estremizzazioni.
I terreni Moletto ricadono nelle province di Treviso e di Venezia nelle aree rispettivamente Prosecco DOC Treviso, Piave DOC, Lison-Pramaggiore DOC, Venezia DOC e nelle aree di produzione Piave Malanotte DOCG e Lison DOCG.
La denominazione d‘origine controllata “Prosecco” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione - emesso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 17 luglio 2009 - , per le seguenti tipologie: “Prosecco”, “Prosecco” spumante, “Prosecco” frizzante.
Il vino a denominazione di origine controllata “Prosecco” deve essere ottenuto da uve provenienti da vigneti costituiti dal vitigno Glera; possono concorrere, in ambito aziendale, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%, i seguenti vitigni: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco), idonei alla coltivazione per la zona di produzione delle uve.
Le uve destinate alla produzione del vino a denominazione di origine controllata “Prosecco” devono essere prodotte nella zona che comprende le province di: Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza.
Nella designazione dei vini a denominazione d‘origine controllata “Prosecco”, è consentito riportare in etichetta il riferimento a “provincia di Treviso” o più semplicemente “Treviso”, qualora la partita di vino sia costituita esclusivamente da uve raccolte da vigneti ubicati nella medesima provincia e la elaborazione e confezionamento del prodotto abbiano luogo sempre nella stessa provincia.
È fra le DOC più ampie dell’area settentrionale, estendendosi su una vasta pianura. Essa è attraversata interamente dal fiume Piave, tra le province di Treviso e Venezia. La tradizione vinicola qui ha radici millenarie e la coltivazione della vite fu razionalizzata nel Novecento, grazie anche all’apporto degli studiosi della Scuola Enologica di Conegliano, la prima ad essere fondata in Italia nel 1876. L’area presenta una varietà di terreni e microclimi, è caratterizzata dalle numerose sorgenti d’acqua profonda che irrorano il terreno e che contribuiscono alla salubrità dei vigneti. Particolarmente felice è qui la coltivazione della vite.
La Denominazione di Origine Controllata “Piave” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione - emesso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 22 dicembre 2010 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 7 gennaio 2011, per le seguenti tipologie: Rosso, Rosso riserva, Cabernet, Cabernet riserva, Carmenère, Merlot, Merlot riserva, Raboso, Raboso passito, Tai, Verduzzo, Verduzzo passito, Chardonnay, Manzoni bianco.
La doc “Piave” con la specificazione dei seguenti vitigni: Cabernet (da Cabernet frane e/o Cabernet Sauvignon e/o Carrnenère), Carmenère, Merlot, Manzoni bianco, Raboso (da Raboso Piave e/o Raboso veronese), Tai (da Tocai friulano), Verduzzo (da Verduzzo trevigiano e/o Verduzzo friulano), Chardonnay, è riservata ai vini ottenuti nell’ambito aziendale da uve provenienti da vigneti costituiti per almeno l’85% dai corrispondenti vitigni.
Possono inoltre concorrere alla produzione di detti vini anche le uve di altri vitigni, a frutto di colore analogo, idonei alla coltivazione nelle rispettive province di Treviso e Venezia.
La maggior parte del territorio di questa DOC ricade in provincia di Venezia, comprendendo inoltre zone in provincia di Treviso ed alcune aree in provincia di Pordenone. La Doc Lison Pramaggiore è ben nota per l’elevata qualità dei vini bianchi. La natura dei terreni argilloso-calcarea conferisce notevole stoffa ai vini qui prodotti. La vasta gamma dei vini bianchi si distingue per la particolare fragranza e la piacevole freschezza. I rossi sono vini di rara struttura che dona loro una piacevole sensazione di morbidezza e calore.
La denominazione “Lison Pramaggiore” è riservata ai vini ottenuti da uve provenienti da vigneti costituiti per almeno il 90% dalle corrispondenti varietà di vitigno: Lison e Lison Classico, Pinot Bianco, Chardonnay, Pinot Grigio, Riesling Italico, Sauvignon, Verduzzo, Merlot, Cabernet, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Refosco dal peduncolo rosso.
La denominazione di origine controllata “Lison Pramaggiore” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione - emesso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 22 dicembre 2010 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 7 gennaio 2011, per le seguenti tipologie: Bianco, Rosso, Rosso riserva, Chardonnay, Sauvignon, Verduzzo, Verduzzo passito, Merlot, Merlot riserva, Malbech, Cabernet, Carmenère, Refosco dal peduncolo rosso, Refosco dal peduncolo rosso riserva, Refosco dal peduncolo rosso passito, Spumante.
La denominazione di origine controllata “Lison Pramaggiore” è riservata ai vini derivanti dalle seguenti varietà: Chardonnay, Pinot grigio, Sauvignon, Verduzzo (da Verduzzo friulano e/o Verduzzo trevigiano), Merlot, Malbech, Cabernet (da Cabernet franc e/o Cabernet Sauvignon e/o Carmenère), Cabernet franc, Cabernet Sauvignon, Carmenère, Refosco dal peduncolo rosso, provenienti da vigneti costituiti per almeno l’85% delle corrispondenti varietà.
Possono inoltre concorrere, da sole o congiuntamente, le uve di altri vitigni a frutto di colore analogo, non aromatici, purché idonei alla coltivazione nelle rispettive provincie di Venezia, Treviso e Pordenone.
La nuova Doc “Venezia” comprende l’intero territorio delle province di Treviso e di Venezia.
La nuova Doc “Venezia” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione - emesso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 22 dicembre 2010 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 7 gennaio 2011-, per le seguenti tipologie: Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Chardonnay, Pinot grigio, Rosso (Merlot per almeno il 50%); Bianco (Verduzzo e Glera per almeno il 50%; solo in versione spumante e frizzante) e Rosato (da Raboso veronese per almeno il 70%; anche in versione spumante e frizzante).
La zona interessata è la medesima della Doc Piave, quella che si estende dai confini nordorientali della provincia di Treviso con il Friuli fino alla foce del Piave, a Cortellazzo; dalle colline di Conegliano e del Montello fino al primo entroterra della città di Venezia.
Protagonista è un vino la cui designazione è “Malanotte del Piave” o “Piave Malanotte”, vino di particolare pregio derivante dal vitigno autoctono Raboso.
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione - emesso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 22 dicembre 2010 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 7 gennaio 2011.
Il vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave» deve essere ottenuto da uve prodotte dai vigneti aventi nell’ambito aziendale la seguente composizione ampelografica: Raboso Piave per almeno il 70%, Raboso veronese fino al 30%; il Raboso Veronese può essere sostituito nella misura massima del 5% da altre varietà a bacca rossa, congiuntamente o disgiuntamente, tra quelle idonee alla coltivazione per le provincie di Treviso e Venezia.
L’obbligo di inserire l’appassimento delle uve per parte del raccolto (massimo 30%) è il tratto saliente che differenzia il Malanotte del Piave Docg dal tradizionale Raboso Piave Doc.
Essa si riferisce al vino ottenuto in sostanza dal vitigno Tai nella zona di Lison-Pramaggiore. Insiste nell‘area del portogruarese ai confini del Veneto con la vicina regione Friuli.
Vale la pena ricordare che “Tai” è il nome risultato al termine di una lunghissima disputa, culminata con la sentenza della Corte Europea del maggio 2005 in base alla quale l’Ungheria è l’unica nazione titolata ad utilizzare la dicitura Tocai.
Le uve allevate nell’ambito territoriale della Docg Lison si declinano in un vino che in Veneto è storico. L’area di elezione è nella più antica e vocata zona di produzione che comprende le seguenti frazioni: Lison, Pradipozzo e Summaga in Comune di Portogruaro; Belfiore, Blessaglia e Salvarolo in Comune di Pramaggiore; Carline e Loncon in Comune di Annone Veneto e parte del territorio dei Comuni di Cinto Caomaggiore e San Stino di Livenza.
La denominazione di origine controllata e garantita “Lison”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione - emesso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 22 dicembre 2010 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 7 gennaio 2011-, per le seguenti tipologie: “Lison” e “Lison” classico.
La denominazione di origine controllata e garantita “Lison” è riservata ai vini ottenuti da vigneti costituiti per almeno l’85% dalla varietà di vitigno Tai; possono inoltre concorrere, da sole o congiuntamente, le uve di altri vitigni a frutto di colore analogo, non aromatici, purché idonei alla coltivazione nelle rispettive provincie di Venezia, Treviso e Pordenone.